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poesie 2009

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Strema, Dio mio,

il demone cui non basta

la sua anima cara

maggio 2004


Sii tu, in me

 *

Sii Tu, in me,

in così strenua fatica,

del ramo il turgore che germina ancora,

la linfa che ripercorre l' inaridirsi

della fibra stremata,

sii Tu in una voce, che ancora richiama,

fra l'acredine della morsa il soffio d'amore.


 

 

 

Karma

Se allo sguardo temi il volto, larva di luna,
ed al limitare il piede vacilla,

mentre la parola sbianca
svanendo, immancabilmente,
quanto tu fosti

già bestia di fogna,

sterco di lastrico,

in quante altre vite morte tu soffocherai
ove sfiaterà il grido all'apparire del boia,
povero seme, dovunque ricadi,

stritolato tra i sassi dalla ruota che gira.

 


 

 

Amicizia

 

Che ho sofferto?

Se per quante gole di pianto

a te son giunto


 

 

Shiva Nataraja

 Sii  danza, o Dio,


 che di bestia in fiore


 ci ricongiunga

 


Kuttanad (1)

 

  Sfoglia, la brezza,

del bambino le pagine

in riva all'acque

 


 

 

Anche se fosse, 

Anche se fosse

amalo per sempre, 

sia la tua vita

 

 


Pianto d'amore,

 

Pianto d'amore,

risgorgano parole

a farsi canto

   


 

Anitre al largo, di sera

Qui ancora, tu vivi,
gracidano le voci
a cui ritorni


 

 

Gelido sterpo, 

Gelido sterpo,
finché ti sogno e nel cavo
stilla la linfa.

 



ultime foglie,

sugli azzuri abissi

tremuli ori




Lettera di Natale

(  prosa poetica)

 

Verrà il giorno, mio caro,

che con i tuoi figli e con la tua sposa

parlerai delle mie ceneri sparse,

e sedendo accanto al tulsi (2) delle nostre deità

ricorderai l'amico che tornava ogni volta da cosi lontano,

a sorvolare con te le nevi eterne dell' Himalaya,

od a fronteggiare gli oceani ove finisce l'India,

 per condurti 

ove ti immergesti nel Sacro Fiume,

e parlerai loro di come l'Amico dello Sposo, inavvertitamente,

sia diminuito a poco a poco,

sino a farsi solo una voce così vicina e tanto lontana ,

perché  fossi tu, o mio diletto,

a crescere in loro come marito e padre ,

nell'attesa di un tempo futuro, poi,

che fino alla fine dei miei giorni ci ritrovasse uniti

al calore terminale  del vostro stesso tetto.

Verrà quel giorno ch'io vi vedrò seduti senza di me,

voi intorno ai resti del mio ricordo,

io in voi sino alla fine del vostro tempo,

nell'attesa che anche voi, cari,

ad uno ad uno usciate dai vostri giorni,

per ritrovarci, infine da sempre,

nella casa davvero di tutta la vita.

 


Ora so, 

 

Ora so , quando

tu mi chiami e io mi volgo

di Chi è che la voce


Note

1) Kuttanad, le backwaters del Kerala

2) tulsi, basilico in hindi. Per le sue valenze religiose, è al centro del cortile di ogni famiglia di fede Hindu

 

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